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Concorso di idee per la riqualificazione di Piazza Ferdinando di Savoia a Peschiera del Garda

  /    /  Concorso di idee per la riqualificazione di Piazza Ferdinando di Savoia a Peschiera del Garda

gruppo di progettazione: P. Rizzatto, E. Guazzoni, A. Lauria, M. Turati, M. Frasson, R. Di Martino

 

Una grande ellisse di 54×35 metri e’ stata disegnata al centro dello spazio, traccia principale destinata a collegare le parti di citta’ che vi si affacciano: soprattutto il suo asse minore, leggermente ruotato come avviene nell’Arena di Verona, sottolinea il collegamento visivo tra la via Rocca, strada principale della cittadella scaligera e romana , il portale della caserma al di la’ della piazza , da cui prende il nome, e oltre questo il cortile interno della caserma , spazio storicamente connesso alle fortificazioni che ad esse  si dispone, ci si augura, a riconnettersi pubblicamente.

L’ellisse dell’arena ha un piano costante, leggermente ribassato rispetto alla piazza, ma da ogni lato raggiungibile al passante, attraverso le gradonate a sudovest, il prato in pendio a nordest, dove appaiono muri affioranti sopra il livello del terreno, fondazioni degli spalti qui omessi, a lasciar spazio all’ingresso della natura entro la piazza.

Ingressi diretti e carrabili avvengono dalle strade della cittadella e dal portale della caserma della Rocca attraverso il percorso automobilistico a senso unico che, ridisegnato, lambisce la piazza verso i Voltoni.

Intorno al bordo superiore delle gradonate e del declivio erboso, luoghi principali per la sosta e la contemplazione che danno senso compiuto alla piazza, Ë collocato il luogo del passeggio, percorso pavimentato di larghezza costante posto tra i diversi edifici e la piazza che li unifica.

In primo luogo la chiesa di San Martino ritrova nella curva della nuova piazza il suo sagrato, ottenuto elevandone la quota a livello della pavimentazione interna, con l’eliminazione della gradinata oggi esistente in aderenza al fronte e il conseguente spostamento dei gradini di discesa verso l’arena, rimodellati lungo il segno esterno dell’ellissi del passeggio.

Lo spazio proprio delle funzioni religiose apre il suo sguardo verso la vita pubblica della piazza.

Ad evitare i gradini leggere pendenze della nuova pavimentazione sono previste sul fianco della chiesa lungo la via  XXX maggio e, al termine della scalinata, sul bordo della strada carrabile.

Il fronte della cittadella, a partire dal sito archeologico sino a Via Ottellio, e’ accompagnato, si puo’ dire, da una serie di pilastri architravati, alti un piano, disposti ad intervalli regolari  in linea curva lungo il percorso: un nuovo filtro tra  il disordine della citta’ e la piazza, che di questa sembra essere il naturale corollario.

Un elemento anche che sostituisce il fronte del sito archeologico, permettendo tanto il collegamento tra gli scavi e la forma della nuova piazza  quanto  la continuita tra questo luogo e la scansione degli spazi successivi.

Qui prevalgono le multiformi verande dei bar, disposte in vario modo attorno all’imbocco di via della Rocca: il nuovo elemento, decorato in questo caso da alberi dalla chioma regolare, piantati con lo stesso ritmo, costituisce il basamento degli edifici e il nuovo decoro di questi esercizi, limite omogeneo dietro al quale le  verande retrostanti potranno trovare nel tempo un’unica modalita.

Verso i Voltoni e il Mincio e situato il lato verde della piazza: la soluzione a prato  penetra come si e’ visto sino al piano dell’arena, per poi proseguire oltre il percorso pavimentato (che permette l’accesso all’edificio ora in fase di ricostruzione) verso la nuova scala di risalita al ponte e la riva del fiume. Questo e’ un parterre di verde in leggera discesa, che permette la vista  dell’acqua dagli spalti della piazza, punto di vista da preservare rispetto alla memoria di quella vicinanza tra costruzione ed elementi naturali che i tempi piu’ recenti hanno cancellato.

Diversi elementi sono stati studiati per caratterizzare quest’area affinche’ sia a stretto contatto con la piazza: il canale d’acqua, memoria della darsena, fiancheggia il percorso tra il verde e porta l’acqua verso l’interno, a una piccola fontana tra i muri dell’arena sino a una vasca curvilinea al suo interno.

In prossimita’ del Mincio e simmetricamente rispetto alla sponda opposta verso piazza Parco Catullo si propone una scala di discesa dal livello superiore dei Voltoni che insieme alle modifiche di lieve entita’ operate all’attacco del ponte, consentono il collegamento pedonale diretto e ulteriore vicinanza tra la piazza e i Voltoni.

All’interno del prato e la grande stele di luce. Alta  26 metri, come la colonna Traiana racconta storie. Comunica del presente e del futuro della citta, di una realta’ in trasformazione. La colonna della tradizione architettonica e’ riproposta in forme e materiali attuali. Alluminio, titanio e comunicazione digitale sono compresi in una stele prismatica triangolare, ispezionabile dall’interno con un passo d’uomo, realizzata con struttura portante leggera di alluminio aeronautico. La tecnologia dei moduli a LED genera immagini luminose, filmati, grafica dinamica; sulla sommita’ sono posizionati fari orientabili in grado di illuminare dall’alto gli spettacoli che vanno in scena entro l’arena.

La viabilita’ periferica esistente rimane inalterata cosi’ come sono consentiti tutti gli accessi carrai previsti; data l’importanza civica del nuovo spazio e dato il numero di parcheggi esistenti al di fuori delle mura del centro storico, si e’ invece operata una drastica riduzione dei posti auto, consentendone un numero limitato a rotazione lungo la via perimetrale di piazza Ferdinando di Savoia.

Oltre che dalla stele di luce, l’illuminazione dei luoghi e’ consentita da lampioni  di nuovo disegno con ottiche a geometria variabile e LED a basso consumo energetico disposti regolarmente lungo il perimetro esterno dell’arena, e, infine da fari incassati che illuminano le facciate principali.